giovedì 25 novembre 2010
IN FINE
Il Festival è finito. Siamo già però in movimento per il prossimo anno. Mi piacerebbe poter condividere con voi commenti e analisi. Mi pare che il Festival sia stato più compatto dell'edizione dello scorso anno, abbia però perso un pò il lato cinema (sottotono quest'anno se non fosse stato per Martone), abbia però sviluppato l'embrione medialab all'Ex Borsa Merci, abbia consolidato la parte Fumetto, ... La mia idea è che il festival debba diventare un festival della città, fatto non dico da tutti, ma da molti. Debba dare spazio alla creatività. Debba essere un laboratorio. Ci si può lavorare? e come?
giovedì 12 agosto 2010
Giornalismo
Mentre me ne passo qualche giorno a Lisbona leggo un paio di
quotidiani: corriere e repubblica. La politica interna: la guerra per
bande tra accuse e contoaccuse tra pdl e finiani. Non certo per
difendere il corriere, ma è abbastanza inquietante il silenzio e le
omissioni di repubblica su Fini e associati. Se diamo per scontato il
coinvolgimento in varie azioni più o meno politicamente (e non solo)
criminose di Berlusconi, seppure io come cittadino comune possa tifare
Fini e per il cupio dissolvi verso cui porta il centrodestra, come
lettore mi aspetterei che i giornali indagassero senza riguardo. Su
tutti fronti. Invece devo dire leggo con imbarazzo una serie di
interviste e articoli sul corriere che offrono vari spunti per capire
intuire il sistema di potere finiano intorno alla casa di Montecarlo
alla Rai alle donne che invece sono totalmente assenti su repubblica.
Ma non potremmo essere un Po suoerpartes e indagare giornalisticamente
in ogni direzione senza diventare un partito parzialmente pro o contro?
È buona informazione questa?
quotidiani: corriere e repubblica. La politica interna: la guerra per
bande tra accuse e contoaccuse tra pdl e finiani. Non certo per
difendere il corriere, ma è abbastanza inquietante il silenzio e le
omissioni di repubblica su Fini e associati. Se diamo per scontato il
coinvolgimento in varie azioni più o meno politicamente (e non solo)
criminose di Berlusconi, seppure io come cittadino comune possa tifare
Fini e per il cupio dissolvi verso cui porta il centrodestra, come
lettore mi aspetterei che i giornali indagassero senza riguardo. Su
tutti fronti. Invece devo dire leggo con imbarazzo una serie di
interviste e articoli sul corriere che offrono vari spunti per capire
intuire il sistema di potere finiano intorno alla casa di Montecarlo
alla Rai alle donne che invece sono totalmente assenti su repubblica.
Ma non potremmo essere un Po suoerpartes e indagare giornalisticamente
in ogni direzione senza diventare un partito parzialmente pro o contro?
È buona informazione questa?
direzione@immaginariofestival.it
krazykat1999@gmail.com
skype Krazykat2001
alessandroricciniricci.blogspot.com
Inviato da iPhone
mercoledì 11 agosto 2010
martedì 10 agosto 2010
Partenza
Aspetto Che si apra il gate. Alla Mia destra un libanese Che beve
double espresso, accanto Una sordomuta Che ordina un toast e il
cameriere di civitavecchia oltre Che parlare inglese e spagnolo sa
anche parlare con il linguaggio dei segni. Dietro Una famiglia
mediorientale, lei ha un costume Che la copre tutta, ma sotto ha
splendide scarpe con tacchi e USA smodatamente l iPhone. Ancora
accanto due splendido gay Italiani anche se il più bello dei due
sembra Una svedese magra e dài capelli lunghissimi e biondi cosi Ben
curati, con due gambe dritte e lunghissime anche queste. Vicino due
tedeschi 60enni, lui mi guarda ridendo complice pensando più o meno
'che gruppo de froci...'
double espresso, accanto Una sordomuta Che ordina un toast e il
cameriere di civitavecchia oltre Che parlare inglese e spagnolo sa
anche parlare con il linguaggio dei segni. Dietro Una famiglia
mediorientale, lei ha un costume Che la copre tutta, ma sotto ha
splendide scarpe con tacchi e USA smodatamente l iPhone. Ancora
accanto due splendido gay Italiani anche se il più bello dei due
sembra Una svedese magra e dài capelli lunghissimi e biondi cosi Ben
curati, con due gambe dritte e lunghissime anche queste. Vicino due
tedeschi 60enni, lui mi guarda ridendo complice pensando più o meno
'che gruppo de froci...'
direzione@immaginariofestival.it
krazykat1999@gmail.com
skype Krazykat2001
alessandroricciniricci.blogspot.com
Inviato da iPhone
domenica 8 agosto 2010
martedì 1 giugno 2010
RUMORE DI FONDO
in questo paese è in atto una battaglia culturale definitiva che ha come obiettivo la definitiva eradicazione di qualsiasi forma di cultura "densa" a favore di una cultura postmoderna che definirei anzi postmertem. dove non esistono più qualità ed eccellenze. dove tutto è uguale a tutto. Tutto rumore di fondo...
lunedì 31 maggio 2010
IL SENZA (DEL) FUTURO
dennis hopper scompare, scompaiono anche i sogni le ribellioni le aspirazioni e il sogno di un futuro, non necessariamente migliore, ma vissuto sino in fondo, bruciato e senza riserve. l'infinito presente in cui viviamo oggi è una gabbia di vetro dove l'immobilità e l'impossibilità di immaginare la fanno da padroni. Noi giriamo in tondo e non andiamo da nessuna parte
venerdì 28 maggio 2010
INTERNET E LA RETE MODIFICANO IL NOSTRO MODO DI PENSARE?
Vorrei porvi questa domanda abbastanza semplice: secondo voi internet ha modificato effettivamente il nostro modo di pensare? e come? è solo internet o più in generale la nuova cultura digitale? io personalmente penso che stiamo vivendo una transizione non capita esattamente nella sua portata dai più. Penso che la nostra sensibilità e capacità di comprendere il mondo abbia preso delle strade nuove che potremmo definire liquide. Questa liquidità può essere per alcuni un dramma (la perdita del controllo e la propria dispersione senza appigli) per altri un'opportunità (la capacità di gestire situazioni complessi e articolate senza subire la mutevolezza degli scenari in cui ci troviamo). In questo Golem che è la rete, in questo mare magnum il rischio di affogare è alto. Occorre saper mettere in realzioni le informazioni così contraddittorie che vi si trovano dentro. Occorre avere gli strumenti ed essere critici per cogliere le infinite possibilità della rete. Abbiamo gli strumenti giusti per navigare?
sabato 20 marzo 2010
INTERNET, AMBASCIATORE DI PACE. CANDIDIAMO AL PREMIO NOBEL TUTTI NOI
Il mondo sta cambiando e noi stiamo cambiando rapidamente con lui. Quello che solo una manciata di anni fa “pensavamo” in maniera lineare con la gloriosa macchina da scrivere (una parola dopo l’altra, senza possibilità d’errore) oggi lo pensiamo in maniera interattiva e multimediale con il computer mentre siamo interconnessi con il mondo intero.
Non è solo cambiato il supporto su cui scriviamo, è cambiata la nostra mente, il nostro modo di ragionare e di sentire. Due mondi oggi convivono, quello pre-digitale e quello digitale. Siamo al centro di una rivoluzione epocale, pari a quella dell’invenzione della stampa. Il processo è inarrestabile, pieno di contraddizioni e di pericoli, ma anche pieno di opportunità impensate sino a qualche anno fa per tutti noi. E la cosa eccezionale è che per la prima volta l’opportunità non è per un’oligarchia, ma per ognuno di noi.
Una nuova società è possibile. Una società pacifica, dialogante, interconnessa. Le parole chiave di questa rivoluzione sono infatti partecipazione, socialità, condivisione, discussione, libertà, interattività e interconnessione, multimedialità e multiculturalità. Oggi il mondo si parla e si racconta attraverso Internet. Cosa avremmo saputo di ciò che succede in Iran senza internet e i social network? Non è rivoluzionario poter inviare oggi una mail o postare in internet una foto o un filmato del mio compleanno al mio amico Anselmo che abita a Goiania, in Brasile?
Avremmo mai potuto raccontare il nostro angolo di mondo a tutto il resto del mondo senza internet? Abbiamo mai potuto farlo senza dover chiedere sempre e comunque permesso ai proprietari dell’informazione verticale?
Una nuova civiltà sta nascendo grazie al digitale ed è una civiltà pacifica e democratica. Il sogno inseguito da molti di noi di non essere più soli, ma di condividere insieme ad altri, in qualsiasi parte del mondo, un’idea, una passione e una battaglia politica sono oggi realtà. Conosciamo anche i pericoli e le contraddizioni di tutto ciò, ma proprio per questo dobbiamo lottare perché la rete sia la migliore delle opportunità per tutti noi.
Se internet dovesse ricevere il premio nobel per la Pace, materialmente verrebbe ritirato da Larry Roberts, Vint Cerf e Tim Berners-Lee, sviluppatori per oltre vent’anni di internet, ma solo perché sarebbe impossibile darlo a tutti noi. Perché la rete non sono solo computer, ma siamo tutti noi.
Nel paese dove la concentrazione del potere economico e mediatico è nelle mani di “pochi”, nell’unico paese in cui (a parte la Cina) Google è stato “multato”, una rivista chiamata Wired, figlia della fondamentale omonima rivista americana, ha candidato a Premio Nobel della Pace Internet. Testimonial di questa campagna sono: Shirin Ebadi (Premio Nobel per la pace, Iran), Umberto Veronesi, Giorgio Armani, Nicholas Negroponte (Mit Boston), Joi Ito (creative commons), Chris Anderson (Wired Usa), David Rowan, Riccardo Luna (Wired Italia, promotore). Aderisce alla campagna anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Noi, Festival dell’Immaginario, Science Fest, Città in Internet, Indisiplinarte, Arci Perugia aderiamo a questo progetto e lo promuoviamo. Ma non lo vogliamo fare da soli. Lo vogliamo fare con tutti voi, singoli cittadini o organizzazioni strutturate, enti pubblici e società private. Immaginario Festival lancerà da Perugia a Novembre l’appello finale per l’assegnazione del nobel a Internet. Chiediamo alle Istituzioni della nostra Regione di aderire. Una terra di pace come l’Umbria, terra di santi come Francesco d’Assisi e terra di santi laici come Capitini e la “sua” Marcia della Pace, non può non sostenere questa campagna. Stiamo costituendo un comitato di supporto alla candidatura che presenteremo a breve. Tutto è ancora aperto. Volete condividere con noi questo progetto di società nuova?
per chi volesse aderire, può scrivere a direzione@immaginariofestival.org o collegarsi con il sito immaginariofestival.org o http://www.internetforpeace.org/manifesto.cfm
Non è solo cambiato il supporto su cui scriviamo, è cambiata la nostra mente, il nostro modo di ragionare e di sentire. Due mondi oggi convivono, quello pre-digitale e quello digitale. Siamo al centro di una rivoluzione epocale, pari a quella dell’invenzione della stampa. Il processo è inarrestabile, pieno di contraddizioni e di pericoli, ma anche pieno di opportunità impensate sino a qualche anno fa per tutti noi. E la cosa eccezionale è che per la prima volta l’opportunità non è per un’oligarchia, ma per ognuno di noi.
Una nuova società è possibile. Una società pacifica, dialogante, interconnessa. Le parole chiave di questa rivoluzione sono infatti partecipazione, socialità, condivisione, discussione, libertà, interattività e interconnessione, multimedialità e multiculturalità. Oggi il mondo si parla e si racconta attraverso Internet. Cosa avremmo saputo di ciò che succede in Iran senza internet e i social network? Non è rivoluzionario poter inviare oggi una mail o postare in internet una foto o un filmato del mio compleanno al mio amico Anselmo che abita a Goiania, in Brasile?
Avremmo mai potuto raccontare il nostro angolo di mondo a tutto il resto del mondo senza internet? Abbiamo mai potuto farlo senza dover chiedere sempre e comunque permesso ai proprietari dell’informazione verticale?
Una nuova civiltà sta nascendo grazie al digitale ed è una civiltà pacifica e democratica. Il sogno inseguito da molti di noi di non essere più soli, ma di condividere insieme ad altri, in qualsiasi parte del mondo, un’idea, una passione e una battaglia politica sono oggi realtà. Conosciamo anche i pericoli e le contraddizioni di tutto ciò, ma proprio per questo dobbiamo lottare perché la rete sia la migliore delle opportunità per tutti noi.
Se internet dovesse ricevere il premio nobel per la Pace, materialmente verrebbe ritirato da Larry Roberts, Vint Cerf e Tim Berners-Lee, sviluppatori per oltre vent’anni di internet, ma solo perché sarebbe impossibile darlo a tutti noi. Perché la rete non sono solo computer, ma siamo tutti noi.
Nel paese dove la concentrazione del potere economico e mediatico è nelle mani di “pochi”, nell’unico paese in cui (a parte la Cina) Google è stato “multato”, una rivista chiamata Wired, figlia della fondamentale omonima rivista americana, ha candidato a Premio Nobel della Pace Internet. Testimonial di questa campagna sono: Shirin Ebadi (Premio Nobel per la pace, Iran), Umberto Veronesi, Giorgio Armani, Nicholas Negroponte (Mit Boston), Joi Ito (creative commons), Chris Anderson (Wired Usa), David Rowan, Riccardo Luna (Wired Italia, promotore). Aderisce alla campagna anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Noi, Festival dell’Immaginario, Science Fest, Città in Internet, Indisiplinarte, Arci Perugia aderiamo a questo progetto e lo promuoviamo. Ma non lo vogliamo fare da soli. Lo vogliamo fare con tutti voi, singoli cittadini o organizzazioni strutturate, enti pubblici e società private. Immaginario Festival lancerà da Perugia a Novembre l’appello finale per l’assegnazione del nobel a Internet. Chiediamo alle Istituzioni della nostra Regione di aderire. Una terra di pace come l’Umbria, terra di santi come Francesco d’Assisi e terra di santi laici come Capitini e la “sua” Marcia della Pace, non può non sostenere questa campagna. Stiamo costituendo un comitato di supporto alla candidatura che presenteremo a breve. Tutto è ancora aperto. Volete condividere con noi questo progetto di società nuova?
per chi volesse aderire, può scrivere a direzione@immaginariofestival.org o collegarsi con il sito immaginariofestival.org o http://www.internetforpeace.org/manifesto.cfm
martedì 16 febbraio 2010
IDEE IDEE IDEE
quali sono i pensatori o le figure che hanno avuto maggiore influenza nelal cultura in questi ultimi 10 15 20 anni? penso in particolare all'affermarsi della cultura digitale. Penso a Chris Anderson di Wired, a Nicholas Negroponte del Mit, a Jimmy Wales di Wikipedia, Steve Jobs di Apple, la Pixar... oppure? vorremmo individuare alcune personalità adatte al nuovo corso del Festival dell'Immaginario
per i cinema
Guardare i programmi dei cinema sull’agenda dei quotidiani locali, 10 anni fa e oggi, ci mostra la geografia mutata della rete di sale cinematografiche. Da oltre 35 monosale si è passati alla nascita di varie multisale e multiplex tra Perugia, Foligno, Terni e la scomparsa progressiva delle monosale dai vari comuni altri dell’Umbria.
I cinema anche nei centri storici “minori” (i piccoli comuni che caratterizzano peraltro la nostra Regione) rappresentano un patrimonio per la qualità culturale delle comunità, per la valorizzazione di queste aree. Dunque vanno sostenuti con gli strumenti giusti ed adeguati ai nostri tempi. Ecco alcuni esempi.
1.
Entriamo nell’era del cinema digitale, distribuito attraverso satellite senza più la necessità di far circolare in giro per l’Italia le copie in 35mm dei film. Perché questo avvenga anche in Umbria, occorre, come in pressoché tutte le altre regioni italiane che ci sia una legge che incentiva e sostiene l’adeguamento tecnologico (la parabola, “il decoder”, i proiettori 2k o 4k, …). A questo punto le sale diventano non solo cinema, ma anche spettacoli di teatro, d’opera proiettati in contemporanea con il San Carlo di Napoli o la Scala di Milano. Mentre invece i costi di gestione per le singole sale “crollerebbero” verticalmente avendo il digitale una “filiera leggera”.
2.
Il Comune di Reggio Emilia, quello che aveva i migliori asili del mondo, quando una sua sala del centro storico ha chiuso i battenti, ha deciso di impostare una gestione pubblica diretta del comune. Per tre anni l’ufficio cinema del comune ha curato la programmazione, ha stabilito convenzioni con varie associazioni o categorie di cittadini. Oggi dopo tre anni il cinema Rosebud, rilanciato e salvato, verrà riaffidato tramite asta ad un gestore privato.
3.
Qual è il modello giusto per tenere in vita un cinema oggi? Forse occorre fornire dei modelli diversi dalle multisale e diversificare l’offerta: accanto al cinema commerciale occorre una sala dedicata al cinema di qualità; oltre al cinema non può non esserci la libreria, la videoteca oltre che la sala lettura, incontri. Il cinema deve essere poi un luogo dove si vive la giornata e quindi dove non può mancare la caffetteria o il ristorante o l’area lunge. E deve vivere dalla mattina alla notte.
Si tratta di progetti così impossibili da realizzare?
I cinema anche nei centri storici “minori” (i piccoli comuni che caratterizzano peraltro la nostra Regione) rappresentano un patrimonio per la qualità culturale delle comunità, per la valorizzazione di queste aree. Dunque vanno sostenuti con gli strumenti giusti ed adeguati ai nostri tempi. Ecco alcuni esempi.
1.
Entriamo nell’era del cinema digitale, distribuito attraverso satellite senza più la necessità di far circolare in giro per l’Italia le copie in 35mm dei film. Perché questo avvenga anche in Umbria, occorre, come in pressoché tutte le altre regioni italiane che ci sia una legge che incentiva e sostiene l’adeguamento tecnologico (la parabola, “il decoder”, i proiettori 2k o 4k, …). A questo punto le sale diventano non solo cinema, ma anche spettacoli di teatro, d’opera proiettati in contemporanea con il San Carlo di Napoli o la Scala di Milano. Mentre invece i costi di gestione per le singole sale “crollerebbero” verticalmente avendo il digitale una “filiera leggera”.
2.
Il Comune di Reggio Emilia, quello che aveva i migliori asili del mondo, quando una sua sala del centro storico ha chiuso i battenti, ha deciso di impostare una gestione pubblica diretta del comune. Per tre anni l’ufficio cinema del comune ha curato la programmazione, ha stabilito convenzioni con varie associazioni o categorie di cittadini. Oggi dopo tre anni il cinema Rosebud, rilanciato e salvato, verrà riaffidato tramite asta ad un gestore privato.
3.
Qual è il modello giusto per tenere in vita un cinema oggi? Forse occorre fornire dei modelli diversi dalle multisale e diversificare l’offerta: accanto al cinema commerciale occorre una sala dedicata al cinema di qualità; oltre al cinema non può non esserci la libreria, la videoteca oltre che la sala lettura, incontri. Il cinema deve essere poi un luogo dove si vive la giornata e quindi dove non può mancare la caffetteria o il ristorante o l’area lunge. E deve vivere dalla mattina alla notte.
Si tratta di progetti così impossibili da realizzare?
sabato 30 gennaio 2010
sabato 9 gennaio 2010
IL PD non ce la farà mai...
trovo di una tristezza infinita l'agonia in cui versa il Pd. In questa apertura d'anno la miseria delle candidature per le regionali rivela ancora di più che none siste argine al disfacimento di questo partito. A questo punto mi domando (so già la mia risposta) se non sia meglio aspettare la decomposizione finale del Partito.
Le lotte di potere neanche tra clan, ma tra gruppi di potere e amicali dovrebbere essere l'effetto collaterale di chi detiene il potere. Chi invece è minoranza nel paese dovrebbe compattarsi. Invece assistiamo ad una inutile e non interessante resa dei conti interna, in una frammentazione e litigiosità incomprensibile a chi no sta dentro el sedi di partito che rende ridicola anzia grottesca la lotta. Alcuni leader politici senza più esercito, quasi come fantasmi, si contendono un potere che non hanno più. Inoltre permettetemi di sottolineare l'assoluta incapacità dei più ad attivare dei eprcorsi politici partecipati. Le primarie si fanno e non si fanno, le regole degli statuti sull'ineleggibilità si fanno, ma non si rispettano, .. insomma se uno non è capace neanche di rispetatre stipide regole minime che si è dato da solo, che cosa può offrci quando andrà (se ce la farà) ad amministare la cosa pubblica?
Le lotte di potere neanche tra clan, ma tra gruppi di potere e amicali dovrebbere essere l'effetto collaterale di chi detiene il potere. Chi invece è minoranza nel paese dovrebbe compattarsi. Invece assistiamo ad una inutile e non interessante resa dei conti interna, in una frammentazione e litigiosità incomprensibile a chi no sta dentro el sedi di partito che rende ridicola anzia grottesca la lotta. Alcuni leader politici senza più esercito, quasi come fantasmi, si contendono un potere che non hanno più. Inoltre permettetemi di sottolineare l'assoluta incapacità dei più ad attivare dei eprcorsi politici partecipati. Le primarie si fanno e non si fanno, le regole degli statuti sull'ineleggibilità si fanno, ma non si rispettano, .. insomma se uno non è capace neanche di rispetatre stipide regole minime che si è dato da solo, che cosa può offrci quando andrà (se ce la farà) ad amministare la cosa pubblica?
paraDOSSI del grande spirito italiaco
Nel profondo sud italiano quello abbandonato dallo Stato o cogestito dallo Stato con la 'ndrangheta, un gruppo di lavoratori extracomunitari denuncia e protesta contro lo sfruttamento e contro le mafie. Non solo si scatena una caccia all'uomo da parte degli indigeni contro gli extrac., ma alcuni ministri della Repubblica del Profondo Nord sostengono la mattanza calabra dichiarando che siamo troppo tolleranti con gli stranieri. Siamo post moderni e post umani. è incredibile pensare di vivere questo medioevo. cosa ci riserva l'immediato futuro? sempre più vicini al collasso emotivo, etico e istituzionale
sabato 2 gennaio 2010
ALCUNE (MIE) CONSIDERAZIONI
ho pensato queste cose...
- Individuare un tema maggiormente trasversale
- stare sul presente, sul dibattito politico, sulla divisione generazionale tra vari tipi di identità, digitali o analogiche…
- separare bATiK da Immaginario e prevedere due momenti separati
- fare mappe del presente e del mondo
- il festival avviene prima del festival:
o gruppi di lavoro che preparano eventi durante l’anno
o progetti interattivi, multimediali, di creatività collettiva da realizzarsi durante l’anno
o laboratori
o spazio ai social network, ai blog, al web 2.0
o …
- spostare la comunicazione (quasi totalmente) su web 2.0
o tagliare comunicazione cartacea, ridurra al minimo e all’essenziale)
o progettare la comunicazione in maniera diversificata
- Immaginario deve essere una manifestazione adattabile e permeabile alle novità della cronaca e quindi aggiornabile e “stare sul pezzo” (esigenza che invece bATiK [Film] Festival non aveva)
voi che dite?
- Individuare un tema maggiormente trasversale
- stare sul presente, sul dibattito politico, sulla divisione generazionale tra vari tipi di identità, digitali o analogiche…
- separare bATiK da Immaginario e prevedere due momenti separati
- fare mappe del presente e del mondo
- il festival avviene prima del festival:
o gruppi di lavoro che preparano eventi durante l’anno
o progetti interattivi, multimediali, di creatività collettiva da realizzarsi durante l’anno
o laboratori
o spazio ai social network, ai blog, al web 2.0
o …
- spostare la comunicazione (quasi totalmente) su web 2.0
o tagliare comunicazione cartacea, ridurra al minimo e all’essenziale)
o progettare la comunicazione in maniera diversificata
- Immaginario deve essere una manifestazione adattabile e permeabile alle novità della cronaca e quindi aggiornabile e “stare sul pezzo” (esigenza che invece bATiK [Film] Festival non aveva)
voi che dite?
VERSO NUOVE FRONTIERE
si è conclusa la prima edizione dell'Immaginario festival, alcune cose hanno funzionato altre no. Abbiamo cercato di fare alcuni bilanci, ma vorrei approfondire il discorso. il modello di bATiK [Film] Festival (festival montematico sul cinema, radicale, cinephile, senza compromessi con il mercato, per niente pop, dentro al cinema come linguaggio, fuori dal presente, dalla cronaca, non imemdiatamente e direttamente politico, ...) è stato superato con il modello Immaginario festival (manifestazione multicanale, nazionalpopolare, pop, dentro alla cronaca e alla politica, ...). è veramente così o dobbiamo ripensare delle cose? che cosa ha funzionato e che cosa no?
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