venerdì 27 gennaio 2012

UN MODO DIVERSO DI INTENDERE LA CULTURA

In quel di Rotterdam da qualche giorno e non posso fare a meno di pensare a quanto diversi siano i modi di intendere la cultura tra una cospicua maggioranza di amministratori, organizzatori culturali italiani e come la intendano in alcuni paesi "meno ricchi" di noi, ma molto più dinamici.
La ricchezza artistica di cui siamo "padroni" è finita per essere umiliata dall incapacità dei più di pensare un modo vivo di utilizzare il nostro patrimonio. Musealizzato, torturato e costretto dentro mostre monstre, dentro la morta prospettiva della vendita del biglietto e del turismo, il nostro patrimonio viene inteso più come patrimoniale per tassare alcune masse di presunti acculturati.
In Rotterdam, fuori dalla spocchia classista di una cultura fatta da "esperti" si pensa si produce ci si attiva per fare della creatività una risorsa. Interpretando in una maniera più autentica il senso profondo del crescere dentro al cultura con la cultura per fare cultura.
Dovremmo imparare ad imparare qualcosa dal mondo intorno a noi..

1 commento:

  1. D'accordo ma è ora di far spazio ai giovani di dividere il territorio con gli altri - non intendo me che sono vecchia io resto nel reparto geriatrico del già vissuto - sempre più immaginario diventa il luogo di guadagno di alcuni tre quattro e una reale comunicazione con gli altri non esiste. Diventa immaginario un po' antipatico. Una affluenza di giovani sarebbe migliore.

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