venerdì 27 gennaio 2012

UN MODO DIVERSO DI INTENDERE LA CULTURA

In quel di Rotterdam da qualche giorno e non posso fare a meno di pensare a quanto diversi siano i modi di intendere la cultura tra una cospicua maggioranza di amministratori, organizzatori culturali italiani e come la intendano in alcuni paesi "meno ricchi" di noi, ma molto più dinamici.
La ricchezza artistica di cui siamo "padroni" è finita per essere umiliata dall incapacità dei più di pensare un modo vivo di utilizzare il nostro patrimonio. Musealizzato, torturato e costretto dentro mostre monstre, dentro la morta prospettiva della vendita del biglietto e del turismo, il nostro patrimonio viene inteso più come patrimoniale per tassare alcune masse di presunti acculturati.
In Rotterdam, fuori dalla spocchia classista di una cultura fatta da "esperti" si pensa si produce ci si attiva per fare della creatività una risorsa. Interpretando in una maniera più autentica il senso profondo del crescere dentro al cultura con la cultura per fare cultura.
Dovremmo imparare ad imparare qualcosa dal mondo intorno a noi..

Qui si beve fritz cola

mercoledì 25 gennaio 2012

DIANE ARBUS, FOTOGRAFA

al Jeu de Paume oggi ho visto una mostra di Diane Arbus, fotografa americana. Il cognome della sua famiglia, Nemirov, la rende un'emigrante nel nuovo mondo. e come emigrante, Diane è anche stata un'esploratrice di quel mondo nuovo e a tratti per noi misterioso che sono gli Stati Uniti, più che un continente, una sorta di mondo immaginario alterato circense esagerato deforme. A vedere queste foto ho cercato di essere un "passante" dentro e attraverso queste immagini. e allora ne ho scoperto la delicatezza, la naturalezza, ... sono foto di chi sta cercando di capire quale sia la propria dimensione, di chi non denuncia, non vuole stupire, non cerca la sensazione, non giudica. è il mondo di chi vede, di chi si immerge, non necessariamente partecipa, ma racconta tutta l'umanità. Trovando in forme che possono sembrare bizzarre, elementi di un'umanità forte, stridente, deformata, dura, archetipa, evocativa, misterica... elementi di un'umanità perturbante, elementi che non sono nient'altro che delle porte per attraversare meglio la vita che facciamo ogni giorno o per fuggire all'interno di questo mondo inqiutante e labirintico. Il gesto finale di questa vita sarà poi il suicidio. come di chi ha perso la sua collocazione fuori e di fronte alle sue immagini, e non trova altra accettabile posizione se non quella di essere guardata con inquietudine dentroattraverso le sue foto.

vedete http://diane-arbus-photography.com/

martedì 24 gennaio 2012

AGENDA DIGITALE FUORI DALL'AGENDA DEL GOVERNO

cambiano i governi, ma sembra che questo paese non abbia alcun interesse nel rincorrere e colmare il digital divide che ci tiene lontani da un livello minimo accettabile di "competitività". anche nei vari pacchetti Salva Italia e Cresci Italia la questione è rimandata sine die, come se non fosse una, se non la questione principale da affrontare per ammodernare il nostro paese. una classe dirigente opaca e lontana dal quotidiano, lontana dalla nuova cultura digitale già emersa, c condanna ad una regressione costante, ad un analfabetismo. si rincorrono questioni finanziarie e non si individuano alcuni nodi centrali

IL SENSO DI FINE

ieri sera ho cenato con Jean Paul Manganaro, amico e profondo conoscitore del mondo di Carmelo Bene, amico e traduttore di Calvino in Francia, amante di Ciprì e Maresco, traduttore in iatliano e amico di Gilles Deleuze... nel raccconto del mondo artistico intorno a noi, mi/ci ha molto colpito il processo di infantilizzazione dell'arte. il ritorno al grado zero inteso come banalizzazione del processo creativo e come riduzione di tutto ad un balbettio. insomma andando a teatro, vedendo film, leggendo... viene fuori un mondo che non ha più la capacità di parlare, non tanto di stupire, ma semplicemente di inventare universi, discorsi. Le grandi narrazioni dei Fellini o le gesta eroiche fuori dal tempo e del mondo di Bene sono oggi impensabili. Il problema è che non sono più pensabili neanche i gesti piccoli, le micronarrazioni se non semplicemente ridotte a piccolo gesto di invenzione estemporaneo e contingente. dopo la fine, quindi, cosa possiamo immaginare?

domenica 22 gennaio 2012

Dopo la battaglia

Che cosa resta dopo la battaglia? il teatro, il palco, il set di pippo delbono sono un campo di battaglia. esiste un luogo dove si possa discutere di cosa sia la vita oggi? è il teatro? forse no, diciamo che è dentro al teatro che ci si domanda qualcosa in più sulla vita e sull'arte. è prima e dopo il teatro che ci si continua a domandare cosa sia l'arte e la vita. prima, nei camerini, dopo, a cena. è incredibile la capacità di delbono di catalizzare dentro al suo discorso attrici come irene jacob, scrittrici (e molto più) come sophie calle, ballerine etoile dell'operà come marie agnes, musicisti come alexander balanescu. l'esperienza teatrale che si confonde con leggerezza e linearità con il cinema e il video, con la danza e la musica, rappresenta per la forza viva del racconto personale e diretto di pippo carne e sangue vivo. ed è da questa sincerità che nasce la verità.

Applausi per Pippo

Nel camerino di Pippo

PRIMA DELL INCONTRO PIPPO DELBONO A PARIS

Oggi primo appuntamento di lavoro con Pippo Delbono, prima dopo lo spettacolo Dopo la battaglia Au Thetare du Rond-point. Incontro con Alexabdr Blanescu e Sophie Calle. IMMaginario deve aprirsi al Teatro come già fatto con Rezza, quando il Teatro si apre ad una molteplicità di incontri ed intrecci.

sabato 21 gennaio 2012

à Paris

in missione a Parigi per dare una prima forma al futuro progetto IMMaginario
Cerco di scrivere una Mappa del prossimo futuro

Inizio. Di nuovo

Si riparte. Un anno, e più dopo, si riparte a progettare. O meglio si riprende a scrivere quello che si sta progettando.
Sono a Paris, per incontrare persone con cui progettare un po' di cose... Questo è il diario di un processo creativo. O l'ameno spero che lo sia.